Di tutte le cose pazze che Dennis Rodman s’è reso protagonista durante la sua lunga e (sicuramente) inimitabile carriera, questa forse è una delle più serie, ma al tempo stesse lontane dagli schemi. Non una rarità per chi ha abituato il mondo a follie di ogni genere, divenute nel tempo dei veri e propri poemi moderni, spesso immortalati anche da documentari e ricostruzioni mai troppo fantasiose. Rodman per chi l’ha conosciuto da giocatore era “The Worm”, il verme, uno in grado di presentarsi sul parquet ogni sera con un colore di capelli diverso dal giorno prima, famoso per le sue notti brave (la trasferta “con permesso” a Las Vegas prima della campagna play-off dei Bulls ’98 o la rivelazione della “chiamata” di Madonna per concepire un figlio sono le più iconiche) e in generale per un carattere sempre fuori dagli schemi. Ma in campo Rodman dettava legge, specie sotto canestro, ed era il perfetto incastro di Jordan e Pippen, con i quali vinse tre anelli di fila dal 1996 al 1998. Da quando ha appeso le scarpe al chiodo, però, Rodman è diventato qualcosa di più: eccentrico lo è sempre stato, ma vederlo nei panni di un diplomatico di Stato, forse, è qualcosa che in pochi avrebbero mai potuto immaginare.
LE INSOSPETTABILI DOTI DI DIPLOMATICO DI RODMAN
La nota amicizia con Kim Jong Un, il noto dittatore nordcoreano, è un “dono” che non può condividere in pratica con nessun cittadino americano. Perché nessuno negli USA può definirsi amico di Kim, se non Rodman. Che lo ha incontrato più volte a Pyongyang, spesso in vere e proprie visite diplomatiche che hanno contribuito a stemperare i toni della tensione tra la Corea del Nord e il resto del mondo. Risultati lusinghieri che i politici di vecchia data non avrebbero mai potuto pensare di ottenere, al punto che l’America guarda oggi di nuovo con favore a “The Worm” chiedendogli di poter intercedere con la Russia di Putin per riportare a casa Brittney Griner, la giocatrice di pallacanestro che da 6 mesi è detenuta in un carcere russo, condannata a 9 anni di reclusione per possesso di sostanze ritenute illegali nel paese (è stata trovata con due cartucce per sigaretta elettronica a base di olio di cannabis, usate per scopo terapeutico). Gli USA da mesi cercano di liberarla, proponendo anche uno scambio di prigionieri (Viktor Bout verrebbe rispedito in Russia e la Griner, assieme a Paul Whelan, tornerebbe negli States), ma per ora ogni tentativo di dialogo s’è arenato sul più bello. Rodman s’è proposto per andare a sbloccare l’empasse, complici anche i suoi buoni rapporti con Putin. Ha detto di avere avuto il permesso di partire, spera di farlo già in settimana e confezionare un “rimbalzo” ben più importante dei tanti catturati in carriera.