Formula 1

Formula uno, l’ultimo mondiale di Schumacher: il 29 agosto 2004 a Spa il settimo titolo

Oggi diventa maggiorenne un evento che ha segnato indelebilmente il mondo della Formula Uno, e più in generale dei motori. Oggi compie 18 anni l’ultima grande impresa di uno dei campioni più amati di sempre, perché Michael Schumacher resta ancora oggi l’uomo che ha dato vita ai sogni del popolo Ferrari, tornato a gioire grazie al pilota di Kerpen dopo oltre 20 anni di delusioni e mondiali solo accarezzati. Una sensazione oggi tornata nuovamente d’attualità pensando ai 15 anni trascorsi dall’ultimo titolo iridato che ha fatto visita a Maranello (quello del 2007 targato Raikkonen), e che proprio a margine del week-end di gara di Spa, dove Verstappen ha mostrato una volta di più la superiorità RedBull e messo un’enorme ipoteca sul secondo titolo consecutivo, fa girare il coltello nella piaga nel cuore dei tifosi della Rossa. Che pure 18 anni fa esultavano come se non ci fosse un domani, sapendo che un altro giorno colorato a festa di rosso non ci sarebbe stato, almeno nell’era Schumacher. E sebbene la pista oggi come allora sia la stessa, l’unica cosa che allevia un po’ il dolore è il dolce ricordo di quell’epopea ormai irripetibile.
SECONDO AL SABATO, SECONDO LA DOMENICA DIETRO KIMI
Il quinto titolo consecutivo di Schumi in qualche modo chiudeva un ciclo di successi le cui basi erano state poste poco meno di una decina d’anni prima. E dopotutto Spa per il pilota tedesco era davvero il giardino di casa: nel 1991 fu il teatro del suo esordio in Formula Uno, nel 1992 della sua prima vittoria con la Benetton, nel 2004 quello del settimo e ultimo titolo mondiale (il quinto in Ferrari), nel 2011 quella in cui tagliò il traguardo delle 300 gare in carriera. E con sei vittorie è ancora oggi il primatista assoluto, considerato a ragione il re dell’affascinante circuito belga. Quel 29 agosto 2004 però venne preceduto sulla linea d’arrivo da Kimi Raikkonen, che portò al successo una McLaren Mercedes non certo tra le più indimenticabili di sempre, dopo che la pole del sabato aveva visto a sorpresa Jarno Trulli relegare Schumi alla piazza d’onore, ma sempre in prima fila. Un incidente rocambolesco al via, innescato da un contatto tra Webber e Barrichello, portò a diversi ritiri e a un generale rimescolamento di carte che pure alla fine non impedirono alla prima guida Ferrari di conquistare il secondo gradino del podio, sufficiente per garantirsi il titolo con 4 gare d’anticipo nel giorno in cui la Rossa festeggiava il traguardo dei 700 gran premi in Formula Uno. La lacrimuccia, pensando alle vicende correnti, è d’obbligo: a Spa Schumi divenne il pilota più titolato di sempre (lo raggiungerà Hamilton a quota 7 titoli nel 2020), complice anche una Ferrari da sogno. Ricordi sbiaditi che fanno ancora più male, lasciandosi alle spalle un l’ultimo week-end di motori.
Related posts
Altri SportFormula 1

Leclerc, quarto a Las Vegas, sbotta contro Sainz: le dure parole via radio

Altri SportFormula 1

Formula 1, continua il dominio di Verstappen: è di nuovo campione del mondo

Altri SportFormula 1

Ferrari, Vasseur: "In Brasile ci aspettavamo un meteo diverso, peccato per Sainz"

Formula 1

F1, Norris vince la sprint race del GP del Brasile: Verstappen a rischio penalità