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Ciclismo, Van Aert tra Mondiale e rinnovo

Avrà gli occhi puntati addosso anche domenica prossima, nel giorno in cui a Wollongong si correrà il Mondiale, perché Wout van Aert è quel che può essere definito una “calamita” per qualsiasi tipo di riflettore. Dopotutto glieli puntano addosso un po’ da ogni parte: dai colleghi che in gara ne battezzano spesso la ruota ai direttori sportivi che pianificano le mosse dei loro corridori anche in funzione di quel che combina in gara il belga, finanche ai tifosi e alla stampa, con la quale (strano ma vero) non si ricorda a memoria mai un battibecco degno di tal nome. Nella corsa che assegnerà la maglia iridata il favorito sarà ancora una volta lui, anche se la concorrenza non dovrebbe tardare molto a manifestarsi, a cominciare dal co-capitano Remco Evenepoel, per proseguire con il neerlandese Mathieu van der Poel (la sua nemesi, visto quanto raccontato dalle rispettive carriere su strada e nel ciclocross), lo sloveno Tadej Pogacar e tutto il resto del mondo. La marcatura su Van Aert sarà la tattica di ogni nazionale, ma lui prima di affrontare la gara che potrebbe impreziosirne ulteriormente una carriera già densa di significati e vittorie ha pensato bene di mettere una pietra importante sul suo futuro da corridore, rinnovando sino al 2026 il contratto con il team Jumbo-Visma. In pratica è una sorta di contratto a vita: quando scadrà Wout avrà 32 anni, non abbastanza per dire basta, ma forse comunque tanti per pensare di continuare a dominare la scena su più fronti.

IL CICLISTA PIÙ POLIEDRICO IN CIRCOLAZIONE

I migliori anni della sua vita, insomma, il talento di Herentals li trascorrerà tutti in maglia giallonera. Del resto la Jumbo-Visma è stata colei che gli ha cambiato la vita: nel 2019, quando decise di portarlo alla propria corte, convincendolo diventare per davvero un corridore su strada (perché nel frattempo già aveva dominato in lungo e in largo nel ciclocross), in pochi avrebbero potuto immaginare un futuro tanto luminoso. Van Aert è cresciuto però a vista d’occhio, di fatto diventando uno dei ciclisti più completi del gruppo, fortissimo nelle gare di un giorno (5 podi nelle classiche monumento, con la vittoria alla Milano-Sanremo 2020, e due argenti tra Mondiali e Olimpiadi) ma soprattutto capace di competere al meglio sia in volata che a cronometro, oltre che dimostratosi fortissimo in salita (chiedere a Vingegaard, che l’ha avuto come gregario nell’ultimo Tour). Tanto che il prossimo passo potrebbe essere quello di correre un grande giro da capitano, sebbene in casa Jumbo-Visma non manchino elementi in grado di ricoprire tale ruolo. Prima però c’è da inseguire quel sogno di indossare la maglia iridata, sensazione già provata tre volte nel ciclocross: uno sprint per la leggenda, con tutti gli occhi del mondo addosso.

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