Con quel nome lì verrebbe voglia di vederlo con una medaglia al collo: Olimpiu Morutan dalle parti di Atene giura di non essere mai andato, ma intanto si gode la ribalta pisana in una terra che ha storia e tradizione da vendere, e nella quale il fantasista rumeno ha cominciato davvero a sentirsi a casa. Un po’ di apprendistato era il minimo che si potesse accordare a un ragazzo che pure aveva già fatto parlare (bene) di sé dopo il pari col Como alla seconda giornata, quando realizzò il primo gol della sua avventura italiana. La doppietta sul Cosenza è stata però una sorta di celebrazione completa di un talento che è sbocciato in autunno, anziché in primavera, e che adesso promette di regalare a Luca D’Angelo una fine d’anno piena di buoni propositi. Uomo di poche parole, Morutan, ma al quale i fatti piacciono da morire: partito cinque volte titolare e altrettante dalla panchina, proprio in virtù del cambio di guida tecnica ha potuto trarre giovamento da un nuovo modo di stare in campo, che a detta del tecnico rischia anche di trasformarlo in un giocatore diverso da quello che è stato fino ad oggi. “Ho paura che a furia di chiedergli di sacrificarsi a livello tattico lo stia trasformando in un incontrista”, ha ammesso candidamente il tecnico. Che ha poi aggiunto però che l’importante è che alla fine i conti tornino. E per ora, numeri alla mano, i conti cominciano a tornare per davvero.
Morutan col Cosenza è stato semplicemente spaziale, trascinando i compagni al sesto risultato utile. E quel Pisa che faticava a uscire dalle zone calde della classifica, un mese e mezzo dopo il ritorno del tecnico che nella passata stagione cullò a lungo il sogno di tornare in Serie A dopo più di 30 anni ha davvero cambiato marcia. Presto per cantare vittoria (in fondo sono appena due i punti di vantaggio sul quintultimo posto), abbastanza per ritenere che la via intrapresa sia quella giusta. Morutan di questo Pisa è una cartolina che piace e che si fa apprezzare in tutto e per tutto: classe 1999, arrivato in estate dal Galatasaray in prestito con diritto e obbligo di riscatto in base a una serie di bonus (l’obbligo scatta in caso di promozione in A o almeno 25 presenze da almeno 45’), s’è fatto conoscere come trequartista, ma ben presto Maran e soprattutto D’Angelo l’hanno spostato sullo scacchiere avanzato in base alle necessità. Di sicuro ‘è che Morutan, assistito dal noto procuratore Giovanni Becali, di questo passo ha tutta l’aria di chi potrebbe diventare un piccolo crack in ambito mercato: il Gala per cederlo definitivamente chiede non meno di 4 milioni di euro (300mila li ha sborsati il Pisa solo per il prestito), e una percentuale del 20% andrebbe a finire nelle casse della Steaua Bucarest, che cedette il ragazzo in Turchia un paio di estati fa. Tra l’altro Morutan conta anche tre gettoni di presenza con la maglia della nazionale: venne convocato nell’ultima parte delle qualificazioni mondiali dello scorso novembre, subentrando contro Armenia e Lettonia e disputando da titolare la gara con il Liechtenstein (la Romania era già fuori dai giochi). Il tutto a degno coronamento di un percorso che nel frattempo l’aveva portato appunto in Turchia, con la vetrina dell’Europa League a dare ulteriore lustro alla sua ascesa. Morutan è cresciuto nell’Universitatea Cluj, passando poi al Botosani, quindi alla Steaua nell’estate del 2018. Le caratteristiche fisiche (è alto 173 centimetri) ricordano vagamente quelle di Georghe Hagi, forse il più grande giocatore rumeno di tutti i tempi, anche se in patria in tanti l’hanno paragonato per movenze e visione di gioco nientemeno che a Zinedine Zidane. Paragone forse eccessivo, ma a Pisa non se ne vogliono curare troppo: hanno già una torre pendente che fa gridare al miracolo a tutto il mondo, adesso magari si renderanno conto a breve di avere tra le mani la nuova pepita del calcio dell’Est. Intanto se ne sono già innamorati: Morutan promette bene, e ha deciso di farlo vestito di nerazzurro.