Una notizia spiazzante: Gianluca Vialli è costretto a fermarsi, di nuovo, a causa della sua malattia, un terribile cancro al pancreas diagnosticato nel 2017. L’ex attaccante di Sampdoria, Juventus e Chelsea deve allontanarsi dall’incarico di capo-delegazione della Nazionale.
“Al termine di una lunga e difficoltosa ‘trattativa’ con il mio meraviglioso team di oncologi ho deciso di sospendere, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali presenti e futuri”, ha fatto sapere Vialli, in un accorato messaggio rivolto a stampa e addetti ai lavori.
In un accorato messaggio rivolto a stampa e addetti ai lavori, Vialli ha annunciato la sua assenza dei mesi a venire, per continuare la sua battaglia contro il cancro al pancreas diagnosticato alcuni anni fa.
“L’obiettivo è quello di utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia, in modo da essere in grado al più presto di affrontare nuove avventure e condividerle con tutti voi”, ha proseguito Vialli, 58 anni, da 5 anni alle prese con il terribile male, che lo ha debilitato, tenendolo lontano dai campi di calcio, prima del ritorno con la Nazionale del suo inseparabile amico ed ex compagno di squadra, alla Sampdoria e in azzurro, Roberto Mancini.
La notizia è stata commentata dal presidente della FIGC, Gabriele Gravina che ha subito voluto rivolgere un pensiero affettuoso a Vialli: “Gianluca è un protagonista assoluto della Nazionale italiana e lo sarà anche in futuro. Grazie alla sua straordinaria forza d’animo, all’Azzurro e all’affetto di tutta la famiglia federale sono convinto tornerà presto. Può contare su ognuno di noi, perché siamo una squadra, dentro e fuori dal campo”, ha dichiarato Gravina.
Vialli non ha mai nascosto la sua battaglia contro il cancro, ha scritto un libro ed è stato ospite dei più importanti programmi televisivi. Indimenticabile il suo abbraccio, in lacrime, a Mancini dopo il rigore parato da Donnarumma contro l’Inghilterra, per la vittoria degli Europei. Un trionfo che si spera possa essere soltanto il primo di una lunga serie, con Vialli al suo posto di capo-delegazione dell’Italia.