“La morte di mio figlio non ha insegnato nulla, ma io continuerò a credere che il calcio possa cambiare fino a quando Dio mi darà la forza per farlo”, così la signora Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, il giovane tifoso del Napoli ucciso nel 2014, durante gli scontri con gli ultras della Roma, da un colpo di pistola esploso da Daniele De Santis, poi condannato a 16 anni di carcere. La donna si è espressa in seguito agli scontri avvenuti ieri, sull’Autostrada del Sole, tra Monte San Savino e Arezzo, in Toscana, tra frange delle tifoserie di Roma e Napoli.
Nella stessa area di servizio, l’11 novembre del 2007, perse la vita Gabriele Sandri, tifoso della Lazio, colpito alla testa da un proiettile sparato dalla pistola dell’agente Luigi Spaccarotella. Gli ultras del Napoli, che erano diretti a Genova per il match contro la Sampdoria, e quelli della Roma, che viaggiavano in direzione Milano, si sono affrontati nello spiazzale dell’autogrill: circa 250 persone hanno partecipato agli scontri, un tifoso romanista è rimasto ferito in modo lieve, a una mano, da una coltellata. Secondo la Questura di Arezzo, che sta indagando sull’episodio, gli ultras si sarebbero dati appuntamento nell’area di servizio per un regolamento di conti che dura da quando il tifoso napoletano, Ciro Esposito, perse la vita ucciso da un “tifoso” della Roma.
Intanto è arrivata la condanna del Ministro dello Sport, Andrea Abodi: “C’è una differenza abissale tra i tifosi che vanno allo stadio, in casa o in trasferta, per cantare, abbracciarsi, gioire o soffrire per la propria squadra e i delinquenti che si scontrano in una stazione di servizio autostradale, creando problemi alle persone perbene. Non c’è cosa peggiore di definire tifosi quest’ultimi, non c’è errore più grande del fare di tutta l’erba un fascio. Nel 2023, paga chi sbaglia e mi auguro succeda anche per i teppisti che si sono scontrati sull’A1″, ha dichiarato all’Ansa.