Il risultato del derby di Milano ha confermato le previsioni e le indicazioni della vigilia: l’Inter è in ripresa ed è l’unica vera candidata a contrastare lo strapotere del Napoli e il Milan è in caduta libera.
Mentre Simone Inzaghi si gode una squadra in salute, padrona del derby stravinto, non nel risultato, quanto nel gioco e nelle idee, e un Lautaro in stato di grazia (un gol più un altro annullato), Stefano Pioli si lecca le ferite e continua a scivolare indietro in classifica: sesto posto e obiettivo Champions clamorosamente messo in discussione.
Il Milan ha preferito non giocare il derby, non ha convinto il 3-5-2 schierato da Pioli, con due punte di peso (Origi e Giroud) e nessun esterno offensivo (Leao e Rebic inizialmente in panchina). Fin dalle prime battute l’Inter ha preso in mano il pallino del gioco, chiudendo la prima frazione di gioco con un possesso palla raddoppiato rispetto all’avversario (70 a 30) e soprattutto avanti di un gol, quello segnato da Lautaro al 34’, sugli sviluppi di un corner battuto da Calhanoglu, beccato nuovamente dai tifosi rossoneri, ma zittiti dal turco.
Il Milan non ha mai calciato in porta fino all’intervallo, affacciandosi timidamente dalle parti di Onana nella ripresa, quando Pioli ha rivoluzionato l’assetto tattico inserendo Leao e Brahim Diaz senza riuscire a rimettere in piedi la partita.
Ha vinto l’Inter, come a Riad in Supercoppa. Le note positive, vittoria a parte, non sono mancate a Inzaghi, che ha potuto apprezzare un Lukaku entrato subito in partita quando è stato chiamato in causa nella parte finale del match: il belga ha segnato un gol, poi annullato per un’irregolarità commessa sul suo marcatore. Pioli, invece, ha continuato a ricevere nulla da Theo Hernandez e Giroud, ancora impalpabili dal loro ritorno dal Mondiale. Male pure Calabria e Tonali, mentre Leao, impiegato a mezzo servizio, non sta riuscendo a fornire il giusto apporto alla causa.