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Tacconi lascia l’ospedale di Alessandria

A quasi un anno di distanza dall’emorragia cerebrale causata dalla rottura di un aneurisma, Stefano Tacconi ha lasciato l’ospedale Borsalino di Alessandria, dove ha trascorso gli ultimi 8 mesi seguendo un lungo percorso riabilitativo. L’ex portiere di Avellino, Juventus e della Nazionale si era sentito male all’improvviso, lo scorso 23 aprile. Trasportato in gravi condizioni presso l’Ospedale di Alessandria, fu ricoverato prima in Neurochirurgia e poi in Rianimazione. Il fisico da sportivo ha retto all’urto, ma sono stati mesi durissimi per l’ex calciatore, sottoposto a tracheostomia e a diverse operazioni. Veniva nutrito e idratato in modo enterale. Oggi, a distanza di 11 mesi, Tacconi respira autonomamente, mangia e beve da solo e ha finalmente potuto lasciare l’ospedale che lo ha accolto, curato e coccolato. Ora inizierà la riabilitazione in una struttura vicino casa.

A dare la lieta notizia a stampa, amici e tifosi è stato il figlio Andrea, che puntualmente informava gli interessati dello stato di salute del padre, senza mai lasciarlo un solo istante da solo, in compagnia della madre Laura, moglie di Stefano: “Ad Alessandria hanno salvato la vita a papà”, ha detto emozionato Andrea, che ha poi rivelato il trasferimento in Lombardia per la riabilitazione. “Non dimenticheremo mai tutto quello che hanno fatto per mio padre e il supporto che ci hanno dato. La strada è ancora lunga ma vi terrò informati”, ha spiegato Andrea. Tacconi ce l’ha fatta, dunque, dopo aver rischiato di morire a causa di una grave emorragia cerebrale. Ad assisterlo in tutti questi mesi di degenza è stata l’equipe del dottor Luca Perrero, direttore di Neuroriabilitazione dell’ospedale di Alessandria. Ma nel corso di questi mesi non è mancato neppure il supporto dei tanti tifosi sparsi in tutta Italia, che hanno incoraggiato Tacconi tramite messaggi sui social.

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