CalcioSerie A

Verona, guai per il Presidente Setti: la Guardia di Finanza sequestra il 100% delle quote del club

Non sarà un Natale particolarmente felice per i tifosi del Verona, raggiunti ieri dalla pessima notizia del sequestro del 100% delle quote del club, per un valore di 45-50 milioni di euro, disposto dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Bologna ed eseguito dalla Guardia di Finanza. Il sequestro preventivo è stato effettuato nei giorni scorsi e riguarda l’indagine sui conti del presidente Maurizio Setti, indagato per bancarotta fraudolenta.

Secondo l’accusa, il patron scaligero, in passato proprietario del Mantova, ora primo in classifica nel suo girone di Lega Pro, avrebbe spostato la società dal pacchetto azionario di una società a responsabilità limitata, riconducibile a Setti, fallita nel 2001, se za pagarne il corrispettivo.

Dal fallimento di una società per azioni “già proprietaria della suddetta e integra partecipazione azionaria”, è partito il provvedimento nei confronti di Setti. La Guardia di Finanza avrebbe rilevato “episodi di distrazione, perpetrati tramite la cessione delle azioni rappresentative” del Verona dalla società fallita alla Star Ball Srl, sempre di proprietà del presidente gialloblù.

Il Tribunale di Bologna ha nominato il custode giudiziario, il commercialista Stefano Reverberi, che porterà avanti la gestione ordinaria del club in attesa di fare luce sulla vicenda.

Nella serata di ieri, il Verona ha emesso un comunicato stampa con il quale ha provato a fare chiarezza, spiegando che “il sequestro non riguarda il patrimonio di Hellas Verona F.C. s.p.a. (“HV”), che non viene toccato. Il sequestro si inserisce, come ennesima schermaglia giudiziale, nella controversia tra il Gruppo societario di Maurizio Setti e il Gruppo societario di Gabriele Volpi”.

Si legge nel lungo comunicato stampa, che “Maurizio Setti e Star Ball s.r.l. sono sereni e tranquilli, perché sono convinti di poter dimostrare, anche in quest’occasione, la correttezza, legittimità e liceità del loro operato e la carenza dei presupposti del sequestro. Hanno, quindi, dato mandato ai loro legali di agire immediatamente per impugnare il sequestro preventivo”.

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