Site icon Be game star sport

Ciclismo, la favola di Martina Fidanza

Italy's Martina Fidanza celebrates with her gold medal on the podium after winning the Women's 10 km Scratch Race final during the UCI Track Cycling World Championships at the Velodrome of Saint-Quentin-en-Yvelines, southwest of Paris, on October 12, 2022. (Photo by Thomas SAMSON / AFP) (Photo by THOMAS SAMSON/AFP via Getty Images)

UN ANNO VISSUTO SULL’OTTOVOLANTE, CHIUSO COL SORRISO

Con quel nome è impossibile non amarla: la Fidanza…ta d’Italia del ciclismo in rosa, quella che riesce a superare le difficoltà che la vita gli ha messo davanti e andare a riprendersi una maglia iridata nello scratch che vale più di cento vittorie. Perché che Martina fosse di nuovo a battagliare un anno dopo il primo successo ottenuto a Roubaix era tutto, fuorché scontato: in mezzo ha visto con i propri occhi la paura di dover scendere per sempre dalla bici, perché se il Covid che l’aveva fiaccata subito dopo il titolo mondiale (e a suo papà Giovanni, ex corridore professionista, era andata peggio, con tanto di ricovero prolungato prima del lieto fine) poteva anche apparire come un normale incidente di percorso, l’aritmia cardiaca scoperta a dicembre l’aveva costretta ad andare di corsa sotto i ferri, con un intervento di ablazione resosi necessario per consentirle di correggere un piccolo difetto cardiaco (se ne era accorta faticando a recuperare dopo un grosso sforzo in allenamento).

E visto che al peggio non c’è mai fine, a marzo nel corso della Nokere Koerse (una corsa belga sul pavè) si era procurata la frattura delle vertebre L3 e L4, con conseguente ulteriore stop e lunga fase di riabilitazione. Il mondiale di St. Quentin ha rappresentato una rinascita in tutti i sensi, ma anche una chiara volontà di mettere una volta per tutte un punto su un’annata che definire complicata è poco.

L’URLO LIBERATORIO E QUELLA DIMOSTRAZIONE DI FORZA

Lo scratch è la sua gara e al 23enne bergamasca l’ha interpretata alla sua maniera, cioè tenendo tutte le rivali più insidiose sotto controllo per poi accelerare a un paio di giri dalla fine, lanciandosi in un assolo di rara potenza e bellezza. Vittoria che ha ribadito la capacità di Martina di gestire una delle corse più complicate del panorama della pista, ma che è servita anche per dimostrare al mondo intero quanta rabbia e furore agonistico ci fossero nelle sue gambe in coda a una stagione tanto difficile.

“La verità è che la gente si dimentica in fretta di ciò che uno ha fatto, e pertanto se non avessi vinto di nuovo chissà cosa avrebbero detto sul mio conto”, ha confessato in lacrime dopo aver superato il traguardo ed essersi lasciata andare a un urlo liberatorio. Sentiva di dover dimostrare qualcosa in più, la Fidanza, eppure a ben vedere non c’era davvero motivo di dubitare della sua forza. Con la conferma iridata ha aperto nel migliore dei modi la strada alla spedizione azzurra a un mondiale che promette scintille, con il quartetto dell’inseguimento maschile pronto a sfidare la Gran Bretagna per la medaglia d’oro (Ganna, Milan, Lamon e il rookie Moro, che dovrebbe lasciare spazio a Consonni) e quello femminile a caccia della finale nella semifinale contro l’Australia (Fidanza, Guazzini, Consonni e Balsamo).

Exit mobile version