Ricardo Kakà si è dato alla maratona. Il brasiliano, che incantò la Milano rossonera e Madrid, ha partecipato con onore alla maratona di Berlino: il suo obiettivo era completare la corsa in 3 ore e 40 minuti, ci è riuscito in 3 ore, 38 minuti e 6 secondi. Che sia calcio o qualche altro sport, il centrocampista di Gama, arrivato al Milan nel 2003 proveniente dal San Paolo (23 gol in 59 presenze, tra i 19 e i 21 anni di età), riesce sempre a dare il meglio di sé, ottenendo quanto prefissato, cogliendo risultati superlativi su un rettangolo verde, tanto quanto sull’asfalto rovente o scivoloso. Il Pallone d’Oro 2007, nonché Fifa World Player dello stesso anno di grazia, ha smesso di giocare a calcio dopo l’esperienza negli Stati Uniti tra le fila degli Orlando City: 24 gol in 75 presenze, dopo aver salutato per la seconda volta il Milan nel 2014 e il San Paolo qualche mese più tardi dell’addio al rossonero.
Kakà ha scelto di mettersi in discussione in una disciplina durissima, la maratona. Per lui che amava correre con il pallone tra i piedi, dribblare come birilli i difensori avversari e condurre la propria azione fino al traguardo, al gol o all’assist decisivo per il compagno, mettersi nuovamente in gioco è stato facile. Appese le scarpette con i tacchetti al chiodo, ha indossato quelle da corsa e ha ottenuto subito un ottimo risultato, non solo portando a termine la maratona di Berlino, una delle più famose e con più partecipanti in gara, ma rispettando l’obiettivo prefissato.
“Quello che mi porto dallo sport professionistico è più che altro la mentalità. Il mio corpo era abituato ad altri movimenti. Una maratona pianeggiante, una città molto bella, una buona atmosfera: l’intero pacchetto mi ha fatto venire voglia di correre a Berlino”, ha spiegato Kakà a chi gli ha chiesto quali fossero i motivi della sua partecipazione alla maratona di Berlino. Per il brasiliano è l’alba di una nuova vita sportiva.