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Monaco ’72, cinquant’anni dopo: l’attentato, Spitz pigliatutto e la protesta di Smith e Carlos

Cinquant’anni fa si consumò il massacro di 11 atleti israeliani, uccisi durante le Olimpiadi di Monaco ’72 dal commando palestinese Settembre Nero. Furono sequestrati e trucidati, pessimo fu il servizio d’ordine, inutili e dannose le contrattazioni per la loro liberazione. Steven Spielberg raccontò tutto in un film, Munich, che ebbe molto successo.

Le Olimpiadi di Monaco 1972 furono i secondi giochi olimpici estivi disputati in Germania, i primi si svolsero durante il nazismo a Berlino, nel 1936.

La fiaccola arrivò allo stadio Olimpico di Monaco di Baviera il 26 agosto. Parteciparono circa 7500 atleti, con l’Italia rappresentata da 224 atleti tra i quali spiccò la nuotatrice padovana Novella Calligaris, argento nei 400 metri stile libero e due volte bronzo negli 800 metri stile libero e nei 400 metri misti: furono le prime storiche medaglie olimpiche per il nuoto italiano.

La giovane schermitrice veneta Antonella Ragno vinse l’oro nel fioretto, il tuffatore Klaus Dibiasi confermò il primo posto dei giochi 1968 dalla piattaforma.

Ma a prendersi la scena fu soprattutto il nuotatore statunitense Mark Spitz, capace di vincere tutte e 7 le gare a cui partecipò in soli 8 giorni. Il record è stato detenuto fino a Pechino 2008, quando Michael Phelps lo superò conquistando 8 medaglie d’oro. Oltre a lui spiccarono il pugile cubano Teofilo Stevenson, che vinse la prima delle tre medaglie d’oro alle Olimpiadi della sua carriera, e la giovanissima ginnasta sovietica Olga Korbut, che vincerà due ori e un argento agli attrezzi, diventando la beniamina del pubblico di casa.

Clamorosa fu la sconfitta subita dagli USA nella finale di pallacanestro: dopo 63 vittorie di fila alle Olimpiadi e 36 anni di imbattibilità, i cestisti a stelle e strisce dovettero arrendersi all’Unione Sovietica, che la spuntarono all’ultimo secondo in una delle partite con i finali più controversi della storia dello sport.

Come detto a condizionare il prosieguo di quelle Olimpiadi fu il massacro degli 11 atleti israeliani per mano del commando palestinese, che il 5 settembre, grazie all’involontario aiuto degli atleti canadesi, fecero irruzione nel centro olimpico e irruppero nella palazzina numero 31 dove soggiornavano gli israeliani.

Gli attentatori uccisero subito l’allenatore della squadra di lotta Moshe Weimberg e il pesista Yossef Romano, poi presero in ostaggio gli altri 9 atleti, chiedendo il rilascio di 234 fedayn che erano detenuti a Tel Aviv e di due terroristi della RAF catturati e in carcere in Germania.

Le trattative per il rilascio degli ostaggi non andarono a buon fine. Ne scaturì una sparatoria che fece 5 vittime tra i terroristi e uccise tutti e 9 gli atleti in ostaggio. Inoltre gli occupanti di un elicottero che sorvolava la palazzina morirono nell’incendio dello stesso. Si salvarono solo 3 terroristi, arrestati e processati.

Ma Monaco 1972 fu anche l’Olimpiade della protesta degli atleti americani Vince Matthews e Wayne Collett, medaglia d’oro e d’argento nei 400 metri piani di atletica. I due, durante la premiazione, ripeterono la protesta contro il razzismo, in risalto delle lotte di potere nero, dei connazionali Tommie Smith e John Carlos a Città del Messico 1968: chinarono il capo e alzarono al cielo il pugno chiuso coperto da un guanto nero. Furono espulsi dalla loro federazione.

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