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Tennis, la rivalità del futuro: Alcaraz e Sinner sono già nel presente

Jannik Sinner e Carlos Alcaraz hanno una grossa fortuna dalla loro parte: una carta d’identità verde come poche, di quelle che più di mezzo mondo invidia loro. Recitano 21 anni per l’altoatesino e 19 e mezzo per il murciano, che pure sul palcoscenico del tennis mondiali hanno già fatto il loro ingresso con tutti i crismi del caso, dimostrando di meritare fiducia e attenzione. Che il prossimo sarà anche e soprattutto il loro decennio è già risaputo: due talenti sopraffini in grado di reggere l’urto contro qualunque rivale, capaci soprattutto di dar vita già a sfide epiche che aiutano a stimolare la fantasia e a suscitare quell’interesse e quell’attenzione di cui il mondo della racchetta va in cerca. Tanto che dopo averli visti fronteggiarsi nel quarto di finale più bello e (per certi versi) indimenticabile dell’edizione 2022 degli US Open, quasi la prospettiva di dover rinunciare da qui a poco tempo ai vari Federer (invero già out da più di un anno), Nadal e Djokovic fa meno paura. Perché la next gen è in buone mani, e la quinta sfida assoluta tra Alcaraz e Sinner ne è stato un meraviglioso manifesto.
LA SAGA DEI NEXT GEN È SOLTANTO ALL’INIZIO
Jannik probabilmente ripenserà chissà quante notti a quel match point sprecato nel corso del quarto set, anche se poi bisognerebbe parlare di un “miracolo” di Alcaraz che è riuscito a rimandare dalla parte opposta del campo una risposta per nulla scontata, aggrappandosi a un passante forzato come pochi. In quel momento la partita ha girato e il castello eretto dall’italiano di colpo è crollato: Sinner non ha saputo capitalizzare neppure il break di vantaggio ottenuto nella prima parte di quinto set, capitolando poi anche per via di un servizio che s’è inceppato quando più se ne avvertiva il bisogno. Avesse avuto una prima più performante, domani contro Tiafoe ci sarebbe stato lui a giocarsi l’accesso alla finale di Flushing Meadows, oltre a infrangere il tabù che lo vuole sempre sconfitto nei quarti di finale di tutti gli slam sin qui disputati. Ma quella di NY ha tutta l’aria di essere davvero una delle prime tappe di una saga destinata a durare a lungo, nonché a monopolizzare l’attenzione del mondo del tennis da qui a 10, forse 15 anni a questa parte. Se diventerà una classica o meno è presto per dirlo, ma la strada è quella giusta: la vittoria potrebbe aver dato la spinta ad Alcaraz per andare a issarsi in vetta al ranking ATP, provando Sinner di un successo che avrebbe potuto davvero rappresentare un punto di svolta della sua carriera. Un momento, si spera, soltanto rimandato, anche se nella sua testa la sconfitta peserà come un macigno. Dovrà rialzarsi in fretta, perché la rivalità con Carlos è soltanto all’inizio. E nessuno se la vuole perdere.
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