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Anche l’Austria ci dà una lezione: da dove può ripartire l’Italia?

Un’amichevole contro l’Austria non può distrarci dall’idea di non essere al Mondiale. Soprattutto se l’amichevole finisce male, 2-0 per l’Austria, reti di Schlager e Alaba, in un primo tempo nel quale la formazione di casa si dimostra superiore alla sperimentale Italia schierata da Mancini. Fatica l’attacco Grifo-Raspadori-Politano, ma non vanno meglio nemmeno i giocatori che alla maglia azzurra sono più abituati, come Verratti (brutta palla persa sul primo gol) e Donnarumma (sorpreso dal bolide su punizione del bis).

A cosa aggrapparsi allora? Alla reazione, vista nella ripresa, pur con la complicità di un avversario che sembra accontentarsi della gestione del vantaggio. Al rientro, a partita in corso, di due giocatori come Zaniolo e Chiesa, per i quali la prima richiesta è quella di restare sani nei prossimi anni, in modo da poter garantire quell’aggiunta di talento e personalità necessari per risalire la china e non vedere più i Mondiali davanti alla televisione. Ai giovani, lanciati da Mancini. Come Pafundi, ieri in panchina ma lanciato a soli 16 anni nell’appuntamento precedente. Come Gnonto o come Miretti, che si aggiunge alla lunga lista di esordienti lanciati dal commissario tecnico.

In panchina sono rimasti altri prospetti che, se attesi e bravi nel crescere ancora, possono certamente fare comodo alla Nazionale. Vicario sta dimostrando di essere un ottimo portiere a Empoli, dove c’è anche Parisi e in cui ha ben impressionato Ricci prima di trasferirsi al Torino.  Manca sempre una punta di rilievo, un’assenza che sta diventando sempre più preoccupante vista la differenza di rendimento tra club e Nazionale di Immobile e il vuoto alle spalle del capitano della Lazio.

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