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Belaili ne combina troppe: il Brest lo caccia

Strasbourg's Franco-Croatian midfielder Adrien Thomasson (L) challenges Brest's Algerian forward Youcef Belaili during the French L1 football match between Stade Brestois 29 (Brest) and RC Strasbourg Alsace at Stade Francis-Le Ble in Brest, western France on September 4, 2022. (Photo by Jean-Francois MONIER / AFP) (Photo by JEAN-FRANCOIS MONIER/AFP via Getty Images)

Il Brest ha detto basta: il contratto di Youcef Belaili, attaccante classe 1992 di nazionalità algerina, è stato risolto dopo l’ennesima mancanza di rispetto avuta dal calciatore nei confronti del suo ex club.

Il Brest, che milita in Ligue 1, ne ha sopportate tante. Troppe. A iniziare da quella volta che Belaili mandò suo cugino a sottoporsi alle visite mediche al suo posto, prima di un allenamento pre-stagionale, lo scorso mese di luglio. Comportamenti al limite dell’assurdo, atteggiamenti da gradasso, irrispettosi nei confronti del club che lo ha profumatamente pagato, ripagato con cadute di stile e tanta maleducazione. Ci sono voluti 50.000 euro per rimettere a posto l’appartamento in cui ha abitato per 5 mesi.

L’abitazione è stata ristrutturata, impossibile viverci dentro dal momento che Belaili l’aveva lasciata in condizioni pietose: porte sfasciate, pavimento inondato di acqua, materassi distrutti, mozziconi di sigaretta abbandonati nella vasca da bagno. Uno schifo.

Ma Belaili se l’è presa anche con le diverse camere d’albergo nelle quali ha pernottato nelle trasferte con la squadra, danneggiate e lasciate in condizioni drammatiche. Conosciuto per il suo caratteraccio, Belaili ha spesso saltato le foto di squadra affermando di essere malato e di non potersi muovere da casa. Ma non tanto malato dal partire per l’Algeria, senza il consenso del club, sia chiaro.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha spinto il Brest a rescindere unilateralmente il contratto è il rifiuto del calciatore a rientrare in città in autobus, con il resto della squadra, dopo la partita con il Paris Saint Germain. A Parigi l’algerino non solo ci è rimasto, ma ha fatto baldoria nei locali, ovviamente a spese della società. A giudicare dalla reazione del Brest, il conto era parecchio salato.

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