Qualche giorno fa, le principali agenzia di stampa l’avevano dato per sopravvissuto al crollo di un palazzo di 9 piani, dove alloggiava al momento della scossa di terremoto che ha sconquassato Turchia e Siria, lo scorso 6 febbraio. Invece Christian Atsu, 31 anni, nazionale ghanese ed ex calciatore di Porto e Chelsea, è stato estratto senza vita dalle macerie della sua abitazione ad Hatay, una delle località più devastate dal sisma. Stavolta il suo agente, Murat Uzun Mehmet, che fin da subito aveva smentito le voci del ritrovamento del suo assistito, non ha potuto fare altro che confermare la tragica notizia e il decesso di Atsu.
“Il corpo senza vita di Atsu è stato trovato sotto le macerie. Al momento stanno estraendo anche i suoi effetti personali. È stato trovato anche il suo telefono”, si legge in una nota dell’agenzia di stampa locale Demiroren. La morte di Atsu è segnata dal destino. Si apprende, infatti, che il calciatore aveva deciso di partire per tornare dalla sua famiglia, per sentire l’affetto dei suoi cari in un momento delicato della sua carriera. Atsu aveva collezionato appena 3 presenze stagionali, deludendo le aspettative dell’Hatayspor.
Ma il gol, l’ultimo della sua carriera e della sua vita, segnato contro il Kasimpasa, al 97esimo minuto di gioco, lo aveva indotto a restare in Turchia e ad annullare il volo aereo per il Ghana. A riferirlo è stato il presidente dell’Hatayspor, Fatih Ilek, segnato dalla notizia della morte del suo calciatore. Una decisione che è costata la vita ad Atsu, una delle oltre 36mila vittime del sisma del 6 febbraio.