Dopo la decisione della Procura sportiva in merito al caso Fagioli, legato al calcioscommesse – che lo ha condannato a uno stop di sette mesi lontani dai campi di gioco – oggi sono arrivate le parole del suo ex procuratore, Andrea D’Amico, ospite di Palla al Centro su Rai Radio 1: “Provo un grande dispiacere per la vicenda che ha travolto Nicolò e la sua famiglia, perché è un bravissimo ragazzo, mite, semplice, molto chiuso e riservato. Forse anche questo suo carattere gli ha fatto vivere dentro questo terremoto che aveva dentro di sé e non confidava a nessuno. Forse – ha spiegato D’Amico – indirettamente, bisogna ringraziare anche Fabrizio Corona, se non avesse tirato fuori tutto questo marcio, chissà quando sarebbe uscito e con quale esito. Come in natura, per rinascere bisogna prima morire, come l’araba fenice e penso che Nicolò possa veramente rinascere, levandosi quei demoni che lo hanno tormentato finora. Non dobbiamo essere ipocriti, il problema scommesse esiste. Negli ultimi anni c’è stato un bombardamento assoluto a livello subliminale di quello che è il business delle scommesse, Questi ragazzi sono bombardati da messaggi tecnologici, telefonici, televisivi. La ludopatia è un problema sociale generalizzato, che colpisce giovani e vecchi, famosi e non” ha aggiunto e concluso.