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Caso razzismo-Maignan, Colavino: “Sono uno, due, tre sciagurati, ma questo basta perché sia una cosa gravissima”

L’Udinese ha promesso la linea dura e una severa punizione a chi ha insultato Mike Maignan con cori razzisti, durante la sfida di sabato scorso contro il Milan, vinta 3-2 dai rossoneri.
Sul risultato di 0-1, dalla curva bianconera sono arrivati degli insulti razzisti nei confronti del numero uno del Milan, che, offeso dal comportamento di alcuni sostenitori friulani, si è prima avvicinato all’arbitro Maresca e poi è uscito dal campo, imboccando il tunnel degli spogliatoi, accompagnato da qualche compagno di squadra (Theo Hernandez e Adli su tutti).
Dopo più di 5 minuti di “trattativa”, Maignan ha deciso di continuare a giocare, ma l’accaduto non è finito nel dimenticatoio. Ad annunciare l’allontanamento a vita dei responsabili degli insulti razzisti è stato il direttore generale dell’Udinese, Franco Colavino, che ha dichiarato: “Un Daspo ha una durata limitata, il club può decidere di escludere un tifoso dallo stadio per un tempo superiore. Stiamo lavorando per escluderli per sempre dallo stadio”, ha spiegato il dirigente.
Non più di due o tre persone, secondo Colavino, sarebbero i responsabili: “Non ci sono stati cori percepiti dall’arbitro o dalla Procura. Sono uno, due, tre sciagurati, ma questo basta perché sia una cosa gravissima”.
Intanto, sui social i tifosi dell’Udinese stanno respingendo al mittente le accuse di razzismo mosse da Maignan e dal mondo del calcio. La Curva Nord Udine Amarcord, una pagina Instagram legata al tifo organizzato bianconero, ha pubblicato un post, secondo cui il portiere del Milan si sarebbe inventato tutto: “Ci sono una cinquantina di telecamere, microfoni, forze dell’ordine, 25.000 persone allo stadio e l’unico ad aver sentito questi fantomatici cori razzisti è stato Maignan?”, si chiedono i tifosi friulani.
Il caso, dunque, è destinano a protrarsi ancora per qualche ora, in attesa dei provvedimenti promessi dal dirigente Colavino.
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