La Procura FIGC ha chiesto una proroga di 40 giorni alla Procura generale dello sport competente in materia per approfondire la posizione della Juventus in merito all’inchiesta sulla manovra stipendi e compensi agli agenti che vede coinvolto il club bianconero, già penalizzato di 15 punti in classifica per l’inchiesta sulle plusvalenze.
La richiesta è stata firmata e presentata dal procuratore federale Giuseppe Chinè, la cui scure si è già pesantemente abbattuta sulla Juventus, scivolata al decimo posto in classifica, lontano dalla qualificazione alla Champions League e alle coppe europee in generale, a causa dell’handicap di 15 punti da scontare nell’attuale campionato. La Juventus presenterà ricorso al Coni puntando alla piena assoluzione e alla restituzione dei punti tolti (non è infatti previsto alcuno sconto).
Ma l’inchiesta sulle plusvalenze viaggia di pari passo con quella relativa al caro stipendi, più pesante e pericolosa per la Juventus. Il procuratore Chinè da giorni è impegnato nell’esame degli accordi presi con i tesserati della Juventus dal 2019 al 2021.
Secondo l’accusa, la Juventus avrebbe chiesto ai calciatori di rinunciare a 4 mensilità durante il periodo Covid, ma avrebbe omesso la comunicazione del pagamento di 3 di queste mensilità. Accordi del tutto privati e non comunicati alla FIGC. Da qui l’inchiesta sulle mosse della Juventus, che potrebbe essere punita per aver violato l’articolo 31 del Codice di giustizia sportiva in merito a violazioni in materia gestionale ed economica.
A quel punto scatterebbe una nuova condanna per il club (probabile un’altra penalizzazione in classifica) e la squalifica dei tesserati coinvolti.