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Juventus, 16 indagati per l’inchiesta Prisma: chiesti i domiciliari per Agnelli ma il Gip si oppone

Si aggrava ogni giorno di più la posizione della Juventus, indagata per falso in bilancio e false comunicazioni di mercato. In tutto sono sedici gli indagati, tra cui il presidente Andrea Agnelli, per il quale la Procura di Torino aveva chiesto gli arresti domiciliari, respinti dal GIP; il vice-presidente Pavel Nedved, l’ex dirigente bianconero Paratici e l’attuale amministratore delegato Arrivabene.
Le accuse mosse dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino si riferiscono all’indagine denominata “Prisma”. La Procura ha contestato al club plusvalenze fittizie per 155 milioni di euro, avendo la società, secondo le accuse, sopravvalutato alcuni calciatori impiegandoli in scambi alla pari per ritoccare i conti in rosso e generare una minore perdita di esercizio e ripercussioni in Borsa meno gravi del previsto.
Tra le pagine dei capi di accusa c’è pure il ritrovamento di una spinosa scrittura privata da 20 milioni di euro che riguarda Cristiano Ronaldo e che, in alcune intercettazioni, non “doveva essere trovata”, perché, secondo l’accusa, non sarebbe stata contabilizzata regolarmente a bilancio.
La Juventus, che rischia una sanzione pecuniaria abbastanza pesante e pure una penalizzazione di punti in classifica, si è detta “convinta, anche tenuto conto degli approfondimenti di natura legale e contabile svolti dalla Società con l’ausilio dei propri consulenti e dei pareri legali e tecnico-contabili acquisiti dalla Società, di aver operato nel rispetto delle leggi e delle norme che disciplinano la redazione delle relazioni finanziarie, in conformità agli applicabili principi contabili e relativi criteri di applicazione e in linea con la prassi internazionale della football industry”, come si legge in una nota pubblicata ieri.
I legali del club, l’avvocato Maurizio Bellacosa, e l’avvocato Davide Sangiorgio, legale di Andrea Agnelli e di altri dirigenti indagati, hanno a loro volta affermato che “il tema delle plusvalenze per operazioni di c.d. scambio non registra alcuna novità, e rispetto al quale due sentenze della giustizia sportiva hanno già riconosciuto la piena regolarità contabile da parte della Società, che ha agito in piena coerenza con la prassi della football industry”.
Nel mirino della Procura sono finiti anche gli accordi di riduzione e integrazione degli stipendi di alcuni calciatori. I pm contestano alla Juventus la comunicazione di un risparmio di 90 milioni di euro, a fronte di un risparmio reale, secondo l’accusa, di 22 milioni di euro. I legali hanno commentato: “Si tratta di iniziative di buon governo societario adottate nel contesto emergenziale della pandemia da Covid 19, che determinò la sospensione delle competizioni sportive calcistiche e la chiusura degli stadi. La Società, con comunicato del 28 marzo 2020, rese nota, in piena trasparenza al mercato e ai soci, una riduzione degli stipendi concordata con i calciatori, facendo presente che eventuali integrazioni dei compensi sarebbero state negoziate e corrisposte se e quando le competizioni sportive fossero riprese e gli stadi fossero stati riaperti”.
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