Roberto Mancini risolverà il contratto che lo legava all’Arabia Saudita fino ai mondiali del 2026. Saluterà rompendo l’accordo da 25 milioni di euro sottoscritto un anno e mezzo fa, quando disse addio all’Italia per iniziare questa nuova avventura, poco fortunata in termini di risultati.
Terzo posto in classifica nel girone di qualificazione ai prossimi mondiali e un solo punto conquistato nelle ultime due gare: ko con il Giappone e pareggio con il Bahrein. Troppo poco per l’ambiziosa e ricca Arabia Saudita, la cui federazione, al momento di ricoprire d’oro Mancini, chiese espressamente la qualificazione ai mondiali.
Il nervosismo dell’ex ct azzurro è palese, condizionato dal basso livello della squadra a disposizione e dalle invettive lanciate dai tifosi dagli spalti. Ha fatto il giro del mondo l’insulto a un giornalista giapponese nel tentativo di difendere il suo ricco ingaggio: «Vuoi vedere il mio conto in banca?», aveva replicato.
Dopo il pareggio contro il Bahrein, il presidente della federazione, Yasser Al Misehal, ha usato parole dure nei confronti di Mancini, del suo staff e della squadra: «Dobbiamo chiedere scusa ai nostri tifosi, ottenere 2 punti in 3 partite casalinghe è inaccettabile e presto verranno prese delle decisioni».
Mancini andrà via dopo solo un anno in mezzo, prima ancora di terminare la fase di qualificazione (il 14 novembre è in programma lo scontro diretto con l’Australia). Il sogno della federazione araba già porta un altro nome e un altro cognome: Zinedine Zidane.