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Napoli e Juan Jesus contro la Serie A, il club va avanti da solo

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Non accenna ad affievolirsi la polemica post assoluzione di Francesco Acerbi, salvato dal giudice sportivo dopo 10 giorni di tensione e paura, in seguito al presunto insulto razzista proferito nei confronti di Juan Jesus, per il quale non sono state trovate prove concrete della colpevolezza.

Il Napoli non ci sta e già dalla prossima partita contro l’Atalanta non apporrà la patch “Keep racism out” sulle proprie maglie. Evidentemente il club campano non sente di rappresentare la campagna antirazzismo promossa dalla Lega Serie A. A riferirlo è il responsabile marketing degli azzurri, Tommaso Bianchini, intervenuto durante la presentazione della maglia speciale del Napoli, che reca la partnership con MSC Crociere.

A partire dal match contro l’Atalanta, “il Napoli ha comunicato che qualsiasi iniziativa contro il razzismo” sarà svolta direttamente dal club “e non più per interposti enti, società o organizzazioni”. Bianchini ha riferito che il club andrà avanti da solo nella lotta contro il razzismo.

Sempre il Napoli, nella giornata di ieri, ha pubblicato una nota ufficiale riportando le dichiarazioni di Juan Jesus, sinceramente avvilito dopo la sentenza del giudice sportivo: “Ho letto più volte e con grande rammarico la decisione con cui il giudice sportivo ha ritenuto che non ci sia la prova che io sia stato vittima di insulti razzisti. È una valutazione che, pur rispettandola, faccio fatica a capire e mi lascia una grande amarezza”.

La nota di Juan Jesus prosegue con un’accusa ad Acerbi: “Non comprendo perché, se davvero fosse stata una semplice offesa, lo stesso Acerbi si sia sentito in dovere di scusarsi e i suoi compagni si sono affannati nel volermi parlare. Non riesco a spiegarmi perché Acerbi abbia iniziato un’inversione di rotta sulla versione dei fatti e non abbia subito negato. Questo potrebbe costituire un grave precedente per giustificare a posteriori certi atteggiamenti”.

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