Domenica prossima si accenderanno finalmente i riflettori sui Mondiali, per la prima volta nella storia ospitati dal Qatar. E sarà anche la prima partecipazione per i campioni d’Asia in carica. Ma non sarà soltanto il campo il protagonista della manifestazione, perché continua a far discutere il tema legato ai diritti civili. Soltanto qualche settimana fa, infatti, l’ambasciatore qatariota Khalid Salman in un’intervista alla Zdf aveva definito l’omosessualità come “damage in the mind”, scaturendo le polemiche da parte della Germania, con la ministra dell’Interno tedesca Nancy Faeser che rispose all’ambasciatore definendo “orribili” le sue affermazioni. E proprio del tema dei diritti e dell’omosessualità si è tornati a parlare in questi ultimi giorni, con Hugo Lloris (35 anni, capitano e numero uno della Francia) protagonista.
Il portiere del Tottenham, infatti, in conferenza stampa a precisa domanda sul fatto se indosserà o meno la fascia di capitano con la scritta “One Love, in sostegno della comunità LGBTQIA+, ha risposto: “Prima di fare le cose, serve l’accordo della FIFA e della Federazione Francese. Su questo argomento ho la mia opinione personale che si unisce a quella del presidente. Quando diamo il benvenuto agli stranieri in Francia, vogliamo che seguano le nostre regole e rispettino la nostra cultura. Farò lo stesso quando andrò in Qatar. Potremmo non essere d’accordo, ma mostrerò rispetto”. Parole di chiusura e tutt’altro di sostegno. Lloris ha poi aggiunto: “Non possiamo rimanere insensibili davanti a certi argomenti, qualcosa si farà tra qualche giorno o qualche ora. Chiediamo sempre di più ai giocatori ma quello che ci viene chiesto soprattutto è essere bravi in campo. Fuori dal campo, ognuno è libero di difendere la propria opinione, è da tempo che io e i miei compagni parliamo di questo tipo di argomenti”. Resta un rebus, dunque, su quel che la Francia deciderà di fare, ma la posizione del capitano – almeno ad ascoltare le sue parole – sembra abbastanza chiara.