Non è ancora terminato il botta e risposta tra Roberto Mancini e il presidente della FIGC, Gabriele Gravina. Dopo le accuse mosse dall’ex commissario tecnico della nazionale verso il numero uno del calcio italiano, è arrivata la replica stizzita di Gravina.
Il 15 agosto, in un’intervista rilasciata a Repubblica, Mancini rivelò il motivo del passo indietro. Nulla a che vedere con l’offerta dall’Arabia Saudita, ma legato al rapporto ormai logoro con Gravina: “Gli ho detto che avevo bisogno di tranquillità e lui non me l’ha garantita, quindi mi sono dimesso. Non ho fatto nulla per essere massacrato. Si è mai visto un presidente federale che cambia lo staff del suo allenatore? Da un anno voleva farlo, lui ha giocato sul fatto che un paio erano in scadenza di contratto. Da tempo pensa cose diverse da me. Contro Buffon non ho nulla, pure la storia di Bonucci è tutta inventata”.
La risposta di Gravina è arrivata con una settimana di ritardo. Il presidente federale ha ponderato bene cosa dire, rispedendo al mittente le accuse di Mancini: “Io e lui eravamo amici, le sue sono state dichiarazioni sconfortanti, inappropriate e offensive nei miei confronti. Ci sono rimasto male”, ha dichiarato al Corriere della Sera. Gravina ha pure detto che Barzagli e Gagliardi li aveva scelti Mancini e che solo Evani, già presente nello staff tecnico azzurro prima che arrivasse Mancini, è uscito dallo staff.
“Avrei preferito che Mancini mi dicesse le cose guardandomi negli occhi e non via PEC”, ha concluso Gravina, che ha poi parlato di Spalletti e di come il suo entusiasmo lo abbia contagiato sin dalla prima telefonata.