È di nazionalità tedesca, l’uomo che durante l’ultimo Lazio-Roma ha indossato una maglia della Lazio con la scritta “Hitlerson” e il numero 88, chiaro riferimento all’ideologia e al saluto nazista. L’uomo è stato identificato dalle Forze dell’Ordine con l’ausilio dei filmati delle telecamere di video-sorveglianza dello stadio Olimpico, effettuati dal Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica. La Digos, e gli agenti della Questura di Roma si sono messi sulle tracce dell’uomo, individuandolo assieme ad altre due persone, anche loro responsabili di comportamenti deprecabili durante il derby.
Le loro posizioni sono al vaglio degli inquirenti. Secondo le ultime ricostruzioni effettuate, l’uomo ha eluso i controlli ai tornelli entrando allo stadio senza la maglietta della Lazio incriminata. Quindi, una volta preso posto in curva, ha indossato la divisa biancoceleste, con sulle spalle la scritta “Hitlerson” e il numero 88, che per l’ideologia nazista corrisponde alle “SS” e al saluto a braccio teso. La Procura di Roma ha depositato una dettagliata informativa sull’uomo, che rischia il Daspo e una denuncia. Le indagini erano scattate in seguito alla presa di posizione della Lazio, in seguito alle critiche mosse nei confronti dei suoi tifosi, protagonisti di cori e comportamenti antisemiti durante la gara contro la Roma.
“La Lazio – si legge nella nota pubblicata ieri dal club capitolino – è sempre stata in prima linea, in particolare con l’attuale presidenza, nel condannare pubblicamente, prevenire e reprimere senza riserve qualsiasi manifestazione o azione discriminatoria, razzista o antisemita. L’ignoranza, l’inciviltà e la superficialità di molti hanno diffuso negli stadi d’Italia e non solo un germe pericoloso, indotto da pochissimi: molti replicano comportamenti di cui non conoscono neppure il significato e la portata. Abbiamo cercato di evitare, isolare e contrastare questi fenomeni. Continueremo a farlo senza esitazioni, per difendere in Italia e all’estero l’immagine della Società, che è anche Ente Morale e non ha mai avuto nulla a che fare con queste azioni”.