“Meno male che ci sono loro”, ha commentato Beppe Marotta durante un evento legato al calciomercato, riferendosi agli investitori stranieri che, negli ultimi anni, ha messo le mani su diversi club di Serie A, salvandone qualcuno dal fallimento. D’altronde l’amministratore delegato dell’Inter “gioca in casa” e non può esimersi dal ringraziare la famiglia Zhang, che dal 2016, con il Gruppo Suning, gestisce la società nerazzurra. Il punto più alto? Lo scudetto nel 2021 e una finale, persa, di Europa League. “Il calcio italiano era ed è tutt’ora in grandissima contrazione finanziaria. Abbiamo riscritto un modello, che per 40-50 anni è stato di mecenatismo puro, con grandi imprenditori locali che investivano nella squadra per cui tifavano”, ha spiegato Marotta, riferendosi ai vari Moratti, Sensi, Berlusconi, che si è trasferito a qualche chilometro più in là da Milano prendendo il Monza in Lega Pro, portandolo fino in A con la speranza di ripetere il ventennio d’oro del Milan. Quasi mezza Serie A è nelle mani di investitori stranieri, soprattutto asiatici e statunitensi. Appena ieri il Milan è finito nelle mani di RedBird Capital Partners di Gerry Cardinale, dopo quattro anni di gestione del Fondo Elliott guidato dalla famiglia Singer. L’ultima a cambiare padrone era stata l’Atalanta, ora controllata da una cordata di investitori capitanata da Stephen Pagliuca, co-chairman del fondo statunitense Bain Capital, che detiene la maggioranza delle quote (55%, il restante 45% è rimasto alla famiglia Percassi). Il Bologna da anni è gestito dal canadese Saputo, mentre dal 6 giugno 2019, la Fiorentina che era stata dei Cecchi Gori (fiorentini doc) e Della Valle è di proprietà dell’imprenditore italo-americano Joseph Commisso. Dal febbraio 2021 Robert Platek è il proprietario e presidente dello Spezia: pure lui americano, come Dan Friedkin, dall’agosto del 2020 proprietario della Roma, dopo la deludente esperienza da numero 1 del club capitolino di Joseph Pallotta.