La Serie C è partita lo scorso week end con 7 gare giocate con la luce solare e altre 23 iniziate dopo le 17:30, di cui 13 in notturna, dopo le 20:30. Programmazione spalmata sul sabato e la domenica così da dare anche maggiore visibilità al torneo di una Lega Pro che presto sarà costretta a rivedere i suoi palinsesti soprattutto a causa della questione legata alla crisi energetica e ai costi che graveranno sulle società della terza serie professionistica italiana. Il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, ha sottolineato quanto sia delicata la questione relativa alle uscite relative a luce e gasi in occasione delle partite: “Per i bilanci dei club la situazione è serissima e gravissima. L’aumento dei costi dell’energia e del gas stanno rapidamente creando una situazione insostenibile. Gli aumenti dei costi hanno portato ad una spesa che varia, in base alle differenti realtà, dal doppio a cinque volte tanto. Ciò accade anche in questo periodo dell’anno in cui la luce solare consente uno spazio di visibilità più ampio nell’arco della giornata. Per ridurre il danno, la Lega Pro ha dovuto agire sull’orario delle partite concentrando la maggior parte delle gare in orario diurno, seppur dovendo scontare una temperatura più alta, rispetto al serale. Il danno è enorme. La prospettiva dell’inverno aggraverà la situazione per l’uso maggiore dell’energia elettrica per illuminazione a cui si aggiungerà il riscaldamento”, ha evidenziato Ghirelli, che attraverso il Tgcom 24 è tornato sull’argomento sostegni da parte del governo.
“Siamo un settore produttivo del Paese e il governo deve tenere conto di questo dando alle nostre società la possibilità di usufruire di tutti gli interventi, previsti, o che saranno varati. Stiamo spingendo affinché gli stadi ed i centri sportivi riconvertano le fonti energetiche in quelle a basso costo e con un impatto ambientale inferiore. Contemporaneamente, stiamo progettando lo stadio come il luogo di una nuova centralità urbana. Abbiamo necessità di essere sostenuti per riconvertire stadi obsoleti, spesso anche poco ospitali, con stadi capaci di assicurare migliore accoglienza e nello stesso tempo meno costi energetici”.